Comitato Territoriale

Firenze

Resoconto Congresso 2013

Il 26 Gennaio presso i locali dell’Hotel Londra si è svolto il diciassettesimo congresso territoriale della UISP fiorentina.  Nei quattro anni trascorsi dal precedente molte cose nel bene e nel male  sono cambiate, sia per il paese sia per l'associazione. Mai quattro anni fa avremmo potuto immaginare il paese sull'orlo del baratro, consapevolezza ormai tristemente diventata patrimonio di tutti, né forse pensare, se non nei nostri migliori auspici, una così grande crescita per la questa fondamentale realtà associativa. Realtà virtuosa come poche la UISP fiorentina in anni così difficili credendo fortemente nella propria missione e nelle proprie capacità è riuscita a crescere canalizzando su di sé la voglia di sport e di movimento dei cittadini conquistati dalla mentalità UISP sempre più improntata alla soddisfazione delle esigenze di tutti, davvero. Mentalità, missione, dicevamo, riassumibile in poche semplici parole “sport per tutti”, vocazione così profondamente insita nel Dna dell'associazione da trovarsi  già in nuce, nel nome. Ed è per adempiere a questa che i tantissimi volontari, dal dirigente al giovane che presta servizio civile, ogni giorno lavorano pur tra mille difficoltà, nelle palestre e nelle piscine, nei campi sportivi come nelle tante attività non agonistiche organizzate sul territorio. Volontari presenti, nelle vesti di delegati congressuali, al gran completo durante la giornata di lavori dello scorso mese, pronti e desiderosi di tirare le fila del lavoro svolto, riflettendo sul percorso fatto  per determinarne successi ed sconfitte, punti di forza e di debolezza. Ma lo sguardo dei delegati non è certamente soltanto rivolto al passato, a quanto già fatto, ma anzi è fortemente rivolto al futuro, al domani dell’associazione, a quanto ancora sarà da fare per poter adempiere ai doveri fondativi, alle parole d’ordine che informano tutto il lavoro della UISP “per tutti” che lo sport, ma più ingenerale la nostra società sia aperta “a tutti”. E questo diciassettesimo congresso non ha, è il caso di dirlo, fatto difetto di nessuno di questi due preziosi ambiti di riflessione. Se da un lato infatti, non si sono nascoste le difficoltà del recente passato, ricordate più volte anche nell’intervento del Presidente Mauro Dugheri (intervento che coraggiosamente non nascondeva anche difficoltà personali in merito a questo), su tutte la situazione di precarietà nella quale viveva il comitato regionale che ha portato al suo recente commissariamento, dall'altro non si è potuto non gioire per gli incredibili risultati ottenuti negli ultimi anni. Risultati riassumibili in un semplice numero, sessantaseimila, questo ad oggi il numero, per altro sempre in crescita, degli iscritti alla UISP della provincia di Firenze. Successi che, nelle parole dei molti delegati che hanno partecipato al dibattito congressuale ed in particolare del Presidente Dugheri, non devono essere visti come un traguardo ma come segno della giustezza della strada intrapresa e come stimolo a continuarla ulteriormente verso la completa realizzazione della mission dell'associazione, come già detto rendere lo sport davvero per tutti. Non solo per gli atleti dunque, ma per tutte quelle classi di persone che negli anni sono state lasciate ai margini degli impianti sportivi, in particolare bambini, anziani, disabili e stranieri, nel solco di un'etica della inclusività che da sempre è motore primo della UISP, nella convinzione che al centro delle attenzioni della associazione non possano più trovarsi i bisogni delle discipline, ma le esigenze del cittadino sportivo.  Non si valorizzeranno dunque quegli iscritti utili agli interessi di determinate discipline, ma quelle discipline utili agli interessi della pluralità degli iscritti. Considerazioni che ad alcuni potrebbero sembrare eccessive, ma che non vogliono che ribadire l'impegno programmatico preso dall'associazione, mettere al centro non il gesto tecnico come valore in sé, ma la persona. Ma c'è di più, come è stato ricordato in numerosi interventi, tra i quali quello del presidente della consulta cittadina per lo sport Marco Cecchantini ed in particolare quello dal presidente della commissione sport del quartiere cinque Andrea Nencini,  permettere una sempre maggiore accessibilità alle discipline sportive, agli impianti, promuovere lo sport e l'attività fisica prima che come disciplina come stile di vita, non ha soltanto un valore etico, di principio, ma anche pratico, verrebbe da dire esplicitamente economico. Promuovere lo sport come stile di vita, combattendo parallelamente il sempre maggiore aumento della sedentarietà tra i cittadini,  infatti serve a sensibilizzare il cittadino sull'importanza capitale che uno stile di vita improntato al movimento, alla cura del sé, riveste sulla salute e dunque sulla qualità della vita del cittadino. Un'accresciuta sensibilità in questo senso non potrà, secondo molti relatori, che apportare benefici consistenti e duraturi non solo per i cittadini che se ne faranno esperienza diretta ma anche per i conti dell'amministrazione pubblica all’interno dei quali la spesa sanitaria riveste ormai un ruolo di assoluta preminenza. Un aumento generale delle condizioni di salute dalla cittadinanza non potrà che ricadere a cascata sui consti sanitari, riducendo le patologie derivate dalla sedentarietà e dalla cattiva alimentazione, inevitabilmente si riducono le spese che queste richiedono al sistema sanitario nazionale (ed indirettamente ai cittadini stessi attraverso le imposte).  Sono dunque stati in questo quadro interpretati come poco lungimiranti i tagli intrapresi dal legislatore all'interno dei bilanci pubblici a danno delle tante realtà sportive presenti sul territorio. Se questi infatti oggi possono dare un momentaneo sollievo alle sempre più precarie casse pubbliche il guadagno in termini di risparmio derivante da una precisa e determinata politica di sostegno, con conseguente erogazione di fondi, al mondo dello sport sarebbe secondo le linee programmatiche presentate dall'associazione durante il Congresso, incomparabilmente superiore. E' anche riguardo a ciò che molti delegati hanno espresso l'auspicio che dalla prossima tornata elettorale possa  delinearsi un deciso un cambio di leadership a capo del Governo del paese. Cambio secondo molti possibile solo con una maggioranza a guida PD, sia per le parole usate, unico tra tutti, dal candidato premier Bersani a proposito della creazione di un Ministero dello Sport, sia per la ribadita più volte presenza tra i candidati del partito di molti esponenti locali dell'associazione. In particolare  Vincenzo Manco, presidente della UISP Emilia Romagna, ha espresso nel proprio intervento il desiderio che l'associazione potesse portare “la gente a votare” secondo il sincero convincimento che la candidatura di Bersani sia rivoluzionaria per il futuro ruolo del mondo dell’associazionismo sportivo nella vita del paese. Come esempio plastico di questa carica rivoluzionaria è stato citato dallo stesso delegato l'impegno in prima persona di una campionessa del calibro di Josefa Idem, identificando in questo il segno della presenza di “una squadra diffusa che si sta allargando per essere un soggetto protagonista della ricostruzione del Paese, nel segno dello sport per tutti”.  Definendo, forse con un pizzico d'enfasi, la UISP “un argine rispetto alla deriva”. Nel solco di questo convincimento Manco a poi espresso l’auspicio che lo 'sport sociale' possa essere inserito all’interno dei diritti sociali della Costituzione.

Anche l’intervento del presidente nazionale della UISP Filippo Fossati si è incentrato sul rapporto sempre più esiziale tra sport e benessere, a supporto di questa tesi questi ha riportato dati assai preoccupanti , secondo questi l’Italia è in testa in Europa nel non invidiabile record di sedentarietà che riguarderebbe il 41% della popolazione contrariamente al livello continentale che si attesterebbe sul 25%. “In questo 41% ci sono tantissimi giovani, che nel tempo hanno abbandonato la pratica sportiva specialistica. Nel resto del mondo chi smette questa pratica continua a fare sport se pure in altre forme, in Italia generalmente tornano a casa.” Questo preoccupante fenomeno non può secondo l’oratore che preoccupanti ricadute sulla salute dei nostri cittadini, le statistiche infatti ci mostrano come il nostro sia il paese più obeso d'Europa con l’ovvio aumento di patologie quali il diabete e cardiopatia, malattie per altro sulle quali viene fatta ben poca prevenzione., pochissima prevenzione di malattie quali il diabete. E' dunque per Fossati cieco un governo che non capisce come questo ambito sia fondamentale per il futuro del paese. Come abbiamo già visto infatti non intervenire su questa tendenza non solo tocca la salute del singolo cittadino ma anche più in generale le spese sanitarie andando a pesare sul bilancio dello Stato in misura sempre più preoccupante e soltanto evitabile con prevenzione e soprattutto sostegno del mondo sportivo. Sempre più giovani ad esempio si spostano in bicicletta ma a questa salutare abitudine non corrisponde un altrettanto crescente interesse da parte delle istituzioni. Le città infatti sono ancora troppo scarsamente ‘bici friendly’ disincentivando questo virtuoso stile di vita. Rendendo le città più a misura di bici non potranno dunque che esserci benefici per tutti, anche per i sedentari che quantomeno godranno della sensibile diminuzione dell’inquinamento da polveri sottili che questo stile di vita comporterebbe. Nel suo lungo e puntuale intervento Fossati riafferma l’importanza non solo sociale che lo sport riveste nel nostro paese. Questi infatti rappresenta il 2% del pil (50 miliardi di euro), ma non grazie ai diritti tv del calcio anzi si tratta per l'80% di soldi delle famiglie e questi soldi alimentano a cascata tutto il settore, attraverso posti di lavoro. Lo sport per tutti negli auspici del relatore può divenire un settore importante per l'occupazione giovanile, ribadendo la necessità di un ministero dello sport. Condividendo il convincimento di Vincenzo Manco anche Fossati sottolinea come solo il candidato Premier Bersani abbia posto questo impegno all'interno del proprio programma di governo. Le società sportive devono quindi  diventare attori privilegiati di questa riforma, interlocutori unici dell'attuazione concreta di ciò sul territorio. E in particolare la UISP è assolutamente pronta a questa sfida poiché ha in sé questo spirito. Il Governo deve però essere d'appoggio al lavoro dell'associazionismo sportivo con delle norme che rendano più facile questo compito alle società sportive. Fossati conclude ribadendo l’alta carica di eticità che da sempre caratterizza la USP “siamo qui” dice “a lavorare non per se stessi, ma per lo sport”. Anche l’intervento di Leonardo Bieber, presidente nella giunta fiorentina della V commissione consiliare "Cultura, Sport, Istruzione e Università", ha ruotato intorno  al ruolo che lo sport potrebbe rivestire nel creare occupazione e ricchezza sottolineando in particolare l’importanza che i mondiali di ciclismo potrebbero avere per l’occupazione, questi infatti nell’ambito del proprio svolgimento porteranno quattromila posti di lavoro.

Ma non solo di questo si è parlato il all'Hotel Londra, il rapporto tra sport e spazi urbani ad esempio è stato al centro di molti interventi. Non pochi relatori hanno infatti sottolineato i rischi insiti nel recente boom dell’imprenditoria privata nel business dello sport. Da una parte vi è senz'altro il riscontro del lavoro fatto dal mondo dell'associazionismo in merito alla cultura dello sport tale da portare imprenditori a ritenere questo ambito profittevole d'altronde non si ritiene possa essere la risposta alla richiesta di spazi atti al movimento. Sebbene sia infatti positivo riscontrare una maggiore attenzione per la cultura fisica l'ambito dell'impresa privata è per sua stessa natura regolato da logiche non sociali, ma banalmente di profitto. Non può dunque essere questa la risposta per chi pensa che lo sport debba essere di e per tutti, non solo dunque di chi possegga i mezzi economici per permetterselo. Diventa perciò prioritario tornare a investire negli spazi sociali fuori dalle logiche di profitto. Non solo negli spazi tradizionalmente dedicati alle attività sportive come gli impianti ma anche in spazi urbani ritagliati appositamente all'interno del tessuto delle nostre città. Due ordini di intervento entrambi fondamentali e inscindibili. I primi vero asse portante di tutto il mondo sportivo, senza i quali non esiste nessuno sport tradizionale, necessitano di essere rimessi all'interno dei bilanci cittadini pena la loro definitiva impraticabilità. I secondi similmente devono essere concepiti o riscoperti dalla amministrazioni all'interno di un processo di risocializzazioni di spazi pubblici negli anni sempre più alienati sia dalla cittadinanza sia dalle loro finalità d'uso originarie. Parchi, piazze, zone naturali non devono e non possono essere lasciati a se stessi, abbandonati al degrado alienati alla cittadinanza sempre più costretta in casa o in spazi a pagamento. Un esempio virtuoso in questa direzione è stato riscontrato nella decisione della giunta Pisapia, a Milano, di  riaprire i cortili dei condomini vietando di vietare il gioco dei bambini. A Firenze si sta sviluppando l’abitudine alle camminate sia tra le strade della città, sia sulle rive dell’Arno e nei parchi cittadini. I nuovi spazi dovranno dunque diventare una costante nella progettazione delle città. Si situa in questo area tematica l'intervento d Franca Francato (direzione nazionale pattinaggio) riguardo quella che è stata definita 'area degli indisciplinati', ovvero tutte quelle discipline che si situano nell'area grigia tra sport tradizionale e culture giovanili. Skateboard, parkour, bmx tutte attività in molti casi non ancora inseriti in una disciplina regolamentata e per questo spesso incomprese se non addirittura criminalizzate. Comprendere il legame inscindibile di queste stili di movimento con l'universo urbano e conseguentemente creare aree protette questo per l'oratrice dovrebbe essere l'impegno delle amministrazioni pubbliche coadiuvate dall'associazionismo sportivo oggi ancora spesso se non ostile quantomeno alieno a questo tipo di espressioni sportive.

L’etica nello sport è stato tra i tanti uno dei temi più ricorrenti negli interventi dei delegati. In particolare si è sottolineato l’importanza della neonata ‘carta dei valori’ sottoscrivibile su base volontaria dalle società affiliate all’associazione prevedente un monitoraggio delle proprie azioni per ottenere una certificazione di eticità sportiva. La promozione di comportamenti virtuosi nella pratica sportiva serve a ridonarle ancora di più centralità nella vita di comunità sia in particolare nel lo sviluppare attraverso l’esempio una nuova sensibilità riguardo l’importanza del rispetto e l’allargamento dei diritti civili dei cittadini senza distinzioni. In questo senso il presidente del quartiere uno Nicola Benvenuti ha ricordato l’importanza che lo sport può rivestire nell’inserimento dei cittadini stranieri nel tessuto sociale.

Da molti parti si è posto l’indice sull’importanza di dotarsi di una struttura più efficiente più adatta alla sempre maggiore importanza assunta nel tempo dall’associazione nonché indispensabile per gli obbiettivi che questa si è data. Nelle parole del presidente Dugheri “si deve essere volontari non dilettanti”, riaffermando dunque il principio di gratuità del lavoro associativo si è dunque espresso l’importanza di prevenire la dispersione di questo patrimonio di sforzi e dedizione dotandosi di una struttura maggiormente organica e competente per meglio incanalare le sue enormi potenzialità e così facendo rispondere più efficacemente ai bisogni della cittadinanza.  

Si è parlato anche di infanzia ed educazione sportiva. In particolare Orlando Materassi ha sottolineato come l’insegnamento dell’educazione motoria nelle scuole elementari sia gravemente insufficiente. Questa infatti, come peraltro l’insegnamento e la pratica sportiva, lasciata è completamente lasciata alla volontà del singolo insegnante con ovvie ripercussioni sul reale svolgimento di quella che l’oratore vede come una pratica imprescindibile per un corretto sviluppo dell’infante. Se lo sport e la cultura, secondo i dati fortini da Materassi una vastissima porzione dei giovani italiani tra i sei e i dodici anni sarebbero ‘disconnessi culturali’ ovvero in un anno non hanno avrebbero avuto alcun contatto con oggetti o esperienze culturali, rivestono nella vita del bambino spazi sempre più ridotti, il rapporto ludico con i propri genitori pare guadagnarne. Ed è per questo che diviene sempre più prioritario, in accordo con il generale riordinamento degli spazi urbani del quale si è parlato, creare nuove aree di socializzazione per l’infanzia, per capitalizzare questa discontinuità positiva con il passato creando nuove possibilità di crescita e apprendimento.

Tutte questi temi sono stati sollevati e discussi in un clima d’invidiabile serenità, il sorriso come ricordava il presidente Dugheri è alla base della filosofia di vita della UISP ed è con questo che si sono svolti i lavori e la loro presentazione. Ogni segmento del programma del congresso era infatti aperto e idealmente descritto da brevissimi spezzoni di classici del cinema comico, da Chaplin a Don Camillo, a significare ulteriormente l’importanza di un approccio disteso e propositivo, gioioso e conviviale allo sport in particolare e alla vita in generale. Per la prima volta la tecnologia ha fatto il suo ingresso nei lavori congressuali del territorio fiorentino con la trasmissione in diretta streaming della totalità dell’evento e dalla copertura sui principali social network nell’ottica di una sempre maggiore apertura e trasparenza della vita associativa rispetto alla cittadinanza nel chiaro proposito di poter fare sempre più e meglio per rendere anche in questo campo la UISP connessa con la realtà del territorio nel quale si trova a operare.

Anche quest’anno dunque i lavori del Congresso territoriale si sono chiusi, i temi trattati sono stati tanti e ancora di più sono stati i delegati che si sono succeduti sul podio a sviluppare le proprie relazioni nello spirito democratico e assembleare che così fortemente rappresenta l’anima più vera di questa associazione. Il giorno dopo già era tempo di tornare a lavorare sul campo, senza tempo di riposare sulle vittorie e le conquiste passate eppure siamo certi che in tutti i partecipanti l’evento del ventisei Gennaio non possa che aver aumentato la consapevolezza sempre più forte delle rinnovata centralità dell'associazionismo sportivo, che ha in UISP per numeri e tradizione la sua realtà più importante, nella costruzione di una società più equa, sana, inclusiva, libera.

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